Risposta del sacerdote
Carissimo Teo,
1. mi porti a parlare di un argomento scottante e circa il quale devo subito dire che alcuni sono portati a vedere il maleficio dappertutto, soprattutto se capita una disgrazia dietro l’altra. Per contro, alcuni dicono che queste cose non esistono. Ti porto allora il pensiero più sicuro in materia.
2. Per maleficio si intende il nuocere ad altri attraverso l’intervento del demonio. Scrive G. Amorth: “Può essere attuato in tanti modi diversi: legatura, malocchio, maledizione… Ma diciamo subito che il modo più usato è quello della fattura; e aggiungiamo anche che la fattura è la causa più frequente che noi riscontriamo in coloro che sono colpiti dalla possessione o da altri disturbi malefici” (G. Amorth, Un esorcista racconta, p. 62).
“Il nome deriva dal fare o confezionare un oggetto, formato col materiale più strano e più vario, che ha un valore quasi simbolico: è un segno sensibile della volontà di nuocere ed è un mezzo offerto a Satana perché vi imprima la sua forza malefica” (Ib., p. 159).
C. Balducci ne porta la ragione: “Come Dio ha voluto legare la distribuzione della grazia e quindi della nostra salvezza a dei segni sensibili, i sacramenti, così il demonio, scimmiottatore della divinità, fa dipendere da determinati elementi sensibili il suo intervento per la rovina dell’uomo” (C. Balducci, Il diavolo, p. 312).
3. Scrive ancora G. Amorth: “A seconda dello scopo che si prefigge, il maleficio può acquistare varie denominazioni. Può essere di divisione se è diretto a far sì che due sposi, due fidanzati, due amici si separino (…). Può essere di innamoramento, se è diretto a far sì che due si sposino (…). Altri malefici sono per la malattia, ossia perché la persona designata sia sempre malata; altri sono per la distruzione (i cosiddetti malefici a morte)” (G. Amorth, Op. cit., pp. 164-165).
4. “Spesso i malefici non raggiungono il loro scopo per vari motivi: perché Dio non lo permette; perché la persona colpita è ben protetta da una vita di preghiera e di unione con Dio; perché molti fattucchieri sono inabili, quando non sono dei semplici imbroglioni; perché il demonio stesso, mentitore fin dal principio (come lo bolla il vangelo), inganna i suoi stessi seguaci” (Ib., p. 163).
5. G. Amorth poi si pone più o meno la tua stessa domanda: perché Dio permette che uno possa nuocere ad un altro? “Qualcuno si meraviglia come mai Iddio possa permettere queste cose. Dio ci ha creati liberi e non rinnega mai le sue creature, neppure le più perverse; poi alla fine tira le somme e dà a ciascuno quello che ha meritato, perché ognuno sarà giudicato secondo le sue opere. Intanto possiamo usare bene della nostra libertà e ne abbiamo merito; possiamo usarne male e ne abbiamo colpa. Possiamo aiutare gli altri e possiamo danneggiarli con tantissime forme di sopraffazione. Per citare una delle più gravi: posso pagare un killer perché uccida una persona; Dio non è tenuto ad impedirlo. Così posso pagare un mago, uno stregone, perché faccia un maleficio contro una persona; pure in questo caso Dio non è tenuto ad impedirlo anche se, di fatto, molte volte lo impedisce” (G. Amorth, Un esorcista racconta, p. 63).
6. La S. Scrittura, già nell’Antico Testamento, proibisce decisamente le pratiche di magia, in cui vede un rinnegare Dio per darsi al demonio. Si legge: “Non imparerai a commettere le cose abominevoli delle nazioni. Non si troverà presso di te chi… pratichi la divinazione, il sortilegio, l’augurio, la magia, chi pratichi incantesimi, chi consulti gli spettri o l’indovino, chi interroghi i morti (sedute spiritiche). Perché è in abominio a Dio chi compie tali cose” (Dt 18,10-12); “Non rivolgetevi agli spettri, ai maghi, rendendovi impuri con essi. Io sono il Signore vostro Dio” (Lv 19,31); “Un uomo o una donna che sia negromante o indovino tra voi sia messo a morte: li lapiderete. Il loro sangue ricada su di loro” (Lv 20,26-27); “Non lascerai vivere la maga” (Es 22,17). S. Paolo cataloga tra le opere della carne, che escludono dal regno di Dio, anche la stregoneria (Gal 5,20-21).
7. Il Catechismo della Chiesa Cattolica condanna la magia in tutte le sue forme: “Tutte le pratiche di magia e stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo – fosse anche per procurargli la salute – sono gravemente contrarie alla virtù di religione. Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è biasimevole. Il ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né l’invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento della credulità altrui” (CCC 2117). La conferenza episcopale campana, oltre a dire che si tratta di “peccato grave, anche se talvolta possono intervenire fattori soggettivi che attenuano la responsabilità delle persone” (Conferenza episcopale campana, “Io sono il Signore, vostro Dio”, n. 25).
8. Non è lecito ricorrere al maleficio neanche per farsi togliere l’eventuale maleficio di cui si pensa di essere afflitti. Si tratta sempre di venire in contatto con pratiche riprovate da Dio e dalla Chiesa e di riconoscere dipendenza – almeno implicitamente – dal diavolo. E questo è contrario al primo comandamento: “Non avrai altro Dio fuori di me”. La conferenza episcopale toscana parla di “colpa gravissima” per la magia e di un “agire gravemente peccaminoso” per il maleficio (Conferenza episcopale toscana, Magia e demonologia, 15.4.1994, nn. 12-13).
9. Nonostante la reale possibilità del maleficio, Dio ci comanda di non aver alcuna paura. Anzi ci offre un utilissimo avvertimento: “Sottomettevi a Dio, resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Gc 4,7). Sarebbe un gravissimo errore vivere col timore degli influssi del demonio. Sottomettevi a Dio, resistete al diavolo è la stessa cosa che vivere in grazia, la quale (grazia) è uno scudo, una corazza, una difesa come ricorda il salmo 90. Per essere difesi e immunizzati da ogni cattiveria umana è indispensabile dunque la vita di grazia, di preghiera e di penitenza, e l’uso dei sacramentali. A questo punto sarà il demonio ad aver paura di noi, come ci ha garantito San Giacomo. Scrive G. Amorth: “Abbiamo la grazia di Cristo, che ha sconfitto Satana con la sua croce; abbiamo l’intercessione di Maria SS., nemica di Satana fin dall’inizio dell’umanità; abbiamo l’aiuto degli angeli e dei santi. Soprattutto abbiamo il sigillo della SS. Trinità, che ci è stato impresso nel Battesimo. Se viviamo in comunione con Dio, è il demonio con tutto l’inferno a tremare di fronte a noi. A meno che non siamo noi ad aprirgli la porta” (G. Amorth, Un esorcista racconta, p. l29). L’unica cosa che dobbiamo temere pertanto è il peccato perché con esso perdiamo la grazia e apriamo le porte della nostra vita alle incursioni del diavolo e dei suoi collaboratori.
Ti ringrazio di aver attirato l’attenzione su questo punto, che in fondo interessa un pò tutti e nel quale risplende un aspetto non trascurabile della salvezza portata da Gesù Cristo. Ti affido al Signore e alla Madonna e ti benedico. In questa benedizione, se uno è deciso a vivere in grazia, è racchiusa la potenza salvatrice e liberatrice di Gesù.
Padre Angelo – Amici Domenicani